DEVITALAW Rassegna Stampa

Walter Biot condannato a 30 anni, il militare accusato di spionaggio per conto della Russia: il pm aveva chiesto l’ergastolo

Leggi l’articolo originale su CORRIERE ROMA 
di Ilaria Sacchettoni

Condannato per rivelazione di segreti militari e procacciamento di notizie segrete a scopo di spionaggio.

Il tribunale militare ha condannato a 30 anni il capitano di fregata Walter Biot, imputato con le accuse di rivelazione di segreti militari, procacciamento di notizie segrete, esecuzione di fotografie , procacciamento e rivelazione di notizie di carattere riservato e comunicazioni all’estero di notizie non segrete, né riservate, il tutto a scopo di spionaggio. La procura, nel corso della requisitoria dei Pm, aveva chiesto l’ergastolo per Biot, difeso dall’avvocato Roberto De Vita.

Biot si sarebbe procurato notizie che, nell’interesse della sicurezza dello Stato, dovevano rimanere segrete, per poi passarle al funzionario russo Dmitry Ostroukhov. Avrebbe fotografato i documenti di nascosto, con uno smartphone dedicato, prima di consegnare la scheda sd in cambio di 5mila euro.

Tra i 19 documenti fotografati ce ne erano alcuni, della Nato, «riservatissimi», e uno «Top secret», ha evidenziato l’accusa durante la requisitoria. Secondo quanto ricostruito, i documenti in questione riguardavano anche la lotta al terrorismo internazionale, mentre altri mostravano potenziali «debolezze» della Nato. Criticità che sul fronte navale e marittimo sarebbero in parte emerse con la crisi in Ucraina.

«Walter Biot – sosteneva l’accusa-maneggiava quotidianamente documentazione riservata e questo è attestato da colleghi e funzionari. Il tenente colonnello Pasquale Tirone ad esempio lo dice a ottobre 2022 durante il dibattimento: «La sezione analisi strategica dove lavorava Biot si occupava di operazioni delicatissime, operazioni Nato ad esempio». La stanza 248 occupata da Biot prevede due postazioni ci spiegano i testimoni di questo processo. Biot indiscutibilmente maneggiava materiale riservato ed essendo addirittura un supervisore «ha un controllo su questa documentazione» ha spiegato la pm che rappresenta l’accusa.

E ancora: «Biot curava il regolamento di sicurezza fra le altre cose ma era anche responsabile di chi aveva titolo a maneggiare i documenti riservati. Secondo l’ufficiale Mannino Biot era la sua longa manus». Biot, va ricordato, che era già detenuto dal 2021 per il reato di spionaggio, avrebbe passato documentazione riservata per la somma di 5mila euro a un funzionario del Cremlino. Era un operatore degli uffici che assistono la difesa italiana. C’era molta fiducia nei suoi confronti.

E lui come l’ha ripagata? I testimoni hanno raccontato tutti i passaggi che hanno accompagnato la sua denuncia, dal sospetto iniziale alla certezza. L’ufficiale Zearo si accorse di inspiegabili anomalie. Ne aveva parlato a processo nel giugno del 2022: «il capitano di fregata Biot tirò fuori un cellulare da una scatola di fazzoletti e effettuò alcune foto dalla sua postazione al computer. Lo faceva quando era da solo. Biot maneggiava cose che avevano la targa di riservatezza dello stato maggiore della Difesa. A quel punto pensò che fosse il caso di avvisare le forze dell’ordine. Non c’è alcun dubbio, a nostro avviso, che si possa parlare di flagranza di reato».

Autore

Condividi

Leave a Reply

Your email address will not be published.