DEVITALAW Rassegna Stampa

Giambruno crocifisso su alcol e stupri da chi non si accorge di pensarla come lui

Leggi l’articolo originale su La Verità del 30.08.2023
di Maurizio Belpietro

«Il Fatto» attacca il conduttore per le frasi sul nesso tra violenze e ubriachezza. Ma poi pubblica un’inchiesta che gli dà ragione
Giovanni Valentini, ex dell’«Espresso», ha poi smentito i soliti indignati speciali
Pure Repubblica non ha perso tempo per insultare il «signor Meloni»

Dato che non riescono a prendersela con lei, giornali e forze politiche hanno messo nel mirino lui. Ovviamente lei è Giorgia Meloni e lui è il suo compagno, Andrea Giambruno conduttore Mediaset e perfetto capro espiatorio per ciò che non si riesce a far espiare al presidente del Consiglio.

Dopo aver detto che era una coatta, razzista e omofoba, e che ci avrebbe portato all’isolamento in Europa, adesso che è ricevuta con tutti gli onori nelle capitali occidentali, Repubblica scrive che la premier ha indossato il loden, cioè è presentabile e accettabile. E però, costretti a ingoiare il rospo di un capo di governo che non sfonda i conti del bilancio pubblico, i giornalisti del quotidiano di casa Agnelli (e anche quelli del Fatto quotidiano) si rifanno sul consorte, manganellandolo ogni volta che apre bocca.

E siccome il poveretto, per motivi contrattuali, apre bocca ogni giorno perché conduce un programma televisivo quotidiano, ecco che non passa settimana che non si trovi qualche cosa per cui bastonarlo. Una volta è perché ha parlato del cambiamento climatico, sostenendo che a luglio di regola fa caldo e, dunque, non c’è motivo di scandalizzarsi. Un’altra perché ha replicato alle lamentele del ministro tedesco della Sanità a proposito delle temperature infuocate di Roma, invitandolo la prossima volta a passare le vacanze nella Foresta nera.

Ora siamo agli stupri. L’altro ieri Giambruno ha detto: «Forse dovremmo essere più protettivi nel dialogo e nel lessico. Se vai a ballare, hai tutto il diritto di ubriacarti – non ci deve essere nessun tipo di fraintendimento e nessun tipo di inciampo – ma se eviti di ubriacarti e di perdere i sensi, magari eviti anche di incorrere in determinate problematiche, perché poi il lupo lo trovi». Un ragionamento di buon senso che, certo, non legittima gli stupri e tantomeno si sogna di dare la colpa alle vittime di violenze ma, semmai, invita le ragazze a non mettersi in condizioni di vulnerabilità che consentano ad altri di approfittarne.

Sono bastate queste banali considerazioni per accusare Giambruno di voler trasformare le donne da vittime in colpevoli. Una valanga di accuse ha travolto il conduttore sui social e sui siti online e tra i commenti, oltre a quelli di politici del Pd e dei 5 stelle che chiedono a Giorgia Meloni di prendere le distanze dal compagno e padre di sua figlia, ci sono molte reazioni di giornalisti di Repubblica e del Fatto quotidiano, in cui non si lesinano insulti nei confronti del «signor Meloni».

La cosa buffa e strumentale è che gli indignati speciali non si sono neppure resi conto che, a poche pagine di distanza dalla notizia delle esternazioni di Giambruno, il Fatto quotidiano, ieri, pubblicava un’intera pagina dal titolo «Più alcol e droghe, uguale più stupri». Sì, cosa da non credere. Sotto l’occhiello «Una piaga globale», Giovanni Valentini, ex direttore dell’Espresso e a lungo vicedirettore di Repubblica, cioè delle testate più severe nei confronti del conduttore Mediaset, spiegava, numeri e studi alla mano, proprio quello per cui è accusato Giambruno e per cui se ne chiede la rimozione.

Valentini, preoccupato per quella che definisce l’escalation di un allarmante fenomeno sociale, cita un «documentato e inquietante dossier dello studio legale Roberto De Vita, penalista e docente dell’Accademia ufficiali della Guardia di finanza». Il rapporto, che è sostenuto da una lunga lista di citazioni, ricerche e analisi di provenienza scientifica, «getta una luce sinistra fra l’abuso di alcolici e di sostanze stupefacenti e la violenza sessuale». Citando De Vita, Valentini sostiene che alcol e droga favoriscono comportamenti che spesso sfociano in atti di violenza, soprattutto di tipo sessuale. E fin qui è tutto chiaro. Ma poi il blasonato giornalista fornisce la spiegazione scientifica di ciò che ha detto Giambruno. «Gli studi hanno evidenziato una serie di collegamenti tra l’uso di sostanze e il rischio di subire un’aggressione sessuale. Da una parte», scrive l’ex direttore dell’Espresso, «aumenta la vulnerabilità delle vittime potenziali; dall’altra l’effetto delle sostanze può abbassare le inibizioni e il livello di attenzione, mettendo a rischio la capacità di riconoscere situazioni pericolose e di prendere decisioni inconsapevoli».

Il commentatore del Fatto asfalta i colleghi, spiegando che la metà delle aggressioni sessuali avviene tra conoscenti che hanno alzato il gomito e cita la cosiddetta «alcohol miopia», che induce la vittima a concentrarsi sul divertimento piuttosto che sui rischi di subire uno stupro. «Alcol, droga, sesso, violenza: questa è, dunque, la catena da spezzare», scrive Valentini, che conclude il suo articolo invitando a un’assunzione di responsabilità collettiva, traducibile in un «bevete di meno, rischierete di meno».
Niente di diverso, dunque, da quanto detto da Giambruno. Il quale dovrebbe mandare una cassa di champagne all’ex direttore per la difesa – a insaputa dello stesso Valentini – dall’orda di indignati speciali, mentre dovrebbe inviare ai giornalisti di Repubblica e del Fatto un biglietto per suggerirgli di non scolarsi troppi bicchieri perché, oltre agli stupri, l’alcol a volte favorisce le sciocchezze.

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