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Caso Biot, è battaglia sui documenti Nato top secret: i giudici inviano gli atti al Governo

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di Marcello Bussi

L’ufficiale di Marina era stato arrestato nel marzo del 2021 mentre, in un parcheggio della Capitale, cedeva in cambio di cinque mila euro informazioni segrete a funzionari dell’ambasciata russa, poi espulsi

ROMA. Continua la “battaglia” tra accusa e difesa nel processo per spionaggio che vede imputato a Roma l’ufficiale di Marina, Walter Biot, arrestato nel marzo del 2021 mentre, in un parcheggio della Capitale, cedeva in cambio di cinque mila euro informazioni segrete a funzionari dell’ambasciata russa, poi espulsi. Tema del contendere resta sempre l’utilizzabilità dei documenti che sarebbero stati carpiti dal militare in modo illecito.

I giudici della Corte d’Assise, in un procedimento che si sta svolgendo a porte chiuse proprio per la delicatezza della vicenda, hanno accolto una richiesta dell’avvocato difensore, disponendo l’invio al presidente del Consiglio dei Ministri degli atti per attivare la procedura presso gli organismi Nato sulla ostensibilità o meno di alcuni documenti ‘Nato secret’ presenti nella scheda sd sequestrata nel corso del blitz effettuato dai carabinieri del Ros, coordinati dal procuratore aggiunto Michele Prestipino e dal sostituto Gianfederica Dito. Spetterà quindi all’ufficio del premier, quando l’incartamento giungerà negli uffici di Palazzo Chigi, avviare l’iter per la richiesta agli uffici dell’Alleanza atlantica.

All’attenzione dei giudici i documenti, sui cui non è mai stato apposto il segreto di Stato, presenti nella scheda sd trovata nella disponibilità di Biot. In particolare saranno riversati esclusivamente gli atti con contenuti di rilevanza politica salvo che l’intelligence o la Nato valutino il pericolo per la sicurezza dello Stato. Nel corso dell’udienza la prima Corte di Assise ha, inoltre, disposto una perizia sul video in cui viene ripreso l’ufficiale mentre fotografa dal pc del ministero documenti militari classificati. L’incarico sarà affidato nelle prossime settimane.

Nei confronti di Biot, attualmente detenuto nel carcere di Rebibbia e difeso dall’avvocato Roberto De Vita, l’accusa è di spionaggio, rivelazione di segreto di Stato e corruzione. Secondo l’impianto della Procura, il 56enne capitano di fregata è accusato di essersi procurato «a scopo di spionaggio politico notizie – è detto nella richiesta di rinvio a giudizio – che, nell’interesse della sicurezza dello Stato, o comunque nell’interesse politico, interno o internazionale dello Stato, dovevano rimanere segrete e ha rivelato queste notizie» ai russi. In particolare «avendo accesso, per il ruolo ricoperto e le funzioni svolte, a tutta la documentazione classificata e non, relativa alle missioni internazionali a cui partecipava l’Italia, agli schieramenti dei reparti e alle linee strategiche di condotta della Repubblica rispetto alle singole aree di intervento» ha effettuato «con uno smartphone dedicato rilievi fotografici di documentazioni riservate nella sua disponibilità per motivi del suo ufficio, e consegnato, dietro corrispettivo di denaro, la relativa scheda sd contenenti tali immagini». Biot è attualmente sotto processo anche davanti ai giudici del tribunale militare. I magistrati con le stellette gli contestano, tra gli altri, i reati di rivelazione di segreti militari a scopo di spionaggio e procacciamento di notizie segrete a scopo di spionaggio.

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