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Biot, 29 anni in Appello dal tribunale militare al capitano di fregata accusato di spionaggio

Leggi l’articolo originale su Corriere Roma
di Fulvio Fiano

A dieci giorni dai 20 ricevuti in sede penale, l”ufficiale viene condannato in secondo grado dal tribunale militare (in primo grado aveva avuto 30 anni)

Ventinove anni e due mesi di carcere: è la condanna inflitta in appello dal tribunale militare a Walter Biot, il capitano di fregata arrestato il 30 marzo 2021 con l’accusa di spionaggio per aver passato documenti segreti a un funzionario russo in cambio di 5 mila euro. Biot era stato già condannato a 30 anni dal tribunale militare in primo grado (l’accusa aveva chiesto l’ergastolo) e 10 giorni è stato condannato a 20 anni anche in sede penale. Le accuse per lui sono spionaggio, rivelazione di notizie che per la sicurezza nazionale dovevano rimanere segrete e corruzione.

Spionaggio, corruzione, divulgazione di notizie riservate

Biot si sarebbe procurato notizie che, nell’interesse della sicurezza dello Stato, dovevano rimanere segrete, per poi passarle al funzionario russo Dmitry Ostroukhov. Avrebbe fotografato i documenti di nascosto, con uno smartphone dedicato, prima di consegnare la scheda sd in cambio del denaro. Tra i 19 documenti fotografati ce ne erano alcuni, della Nato, «riservatissimi», e uno «Top secret». Secondo quanto ricostruito, i documenti in questione riguardavano anche la lotta al terrorismo internazionale, mentre altri mostravano potenziali «debolezze» della Nato.
Biot venne arrestato nel parcheggio di un centro commerciale della Capitale

L’avvocato: mio assistito si batte per lo Stato di diritto

«Walter Biot è determinato. è una battaglia per lui ma anche di civiltà giuridica affinché nessuno possa essere giudicato con prove segrete. Siamo passati da 30 anni a 20 anni: questo significa che più si approfondisce e si ragiona su come questo processo ha fatto spostare la bilancia della giustizia verso la ragion di Stato più che verso lo stato di diritto, più le pene si riducono. E siamo solo in primo grado» – aveva detto dopo la precedente condanna l’avvocato Roberto De Vita – Proseguendo così e conoscendo quel che viene in Appello e in Cassazione siamo certi che prima o poi ci sarà un giudice che riconoscendo i diritti dovrà riconsegnare Walter Biot alla sua famiglia». Il tribunale militare ha invece raffreddato queste speranze.

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