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Uil Fpl, spariti 1,2 milioni: soldi all’estero e in villette

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di Vincenzo Bisbiglia

I pm sui conti del sindacato: “Il tesoriere girò 145 mila € sulle sue carte”. Oltre 300 mila euro alla coop del cugino di babbo Renzi (estraneo all’indagine)

Dalle casse della Uil Fpl sono spariti almeno 1,2 milioni di euro negli ultimi 10 anni. Si tratta in parte di spese mai autorizzate dal direttivo del sindacato – come la realizzazione di case vacanze in Toscana in favore di un gruppo ristretto di dirigenti – in parte di bonifici (anche verso l’estero) avvenuti per causali generiche o non previste dalle attività del sindacato. È il risultato investigativo di una complessa indagine della Procura di Roma, coordinata dal sostituto procuratore Maurizio Arcuri e condotta dal Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Roma.

L’inchiesta prende le mosse da una serie di denunce presentate nel corso del 2023 dalla Uil Fpl commissariata – assistita dall’avvocato Roberto De Vita – giunte al termine di una due diligence sui conti voluta dall’allora neo segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri, che sul finire del 2022 aveva appunto commissariato la Federazione. A quelle denunce seguì un’inchiesta giornalistica del Fatto Quotidiano.

PER IL MOMENTO l’unico indagato, a cui è stato notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari, è l’ex tesoriere storico della federazione, Antonino Viti, che stando al capo d’imputazione risponde del reato di appropriazione indebita per la cifra di 145.729,40 euro: un totale di 20 bonifici spostati trail 2020 eil 2022 dal conto della Uil Fpl a quelli personali di Viti. Uno di questi pagamenti, per la somma di 54.850 euro, è stato emesso il 7 ottobre 2020 verso un conto della tedesca N26 Bank Gmbh, intestato allo stesso Viti, con causale “Trattamento di fine mandato”, sebbene, specifica la Finanza in un’informativa del 16 maggio 2024, per il tesoriere non sia “previsto alcun trattamento di fine mandato”. Per il resto si tratta di “rimborsi o anticipazioni” che “non trovano riscontro nella documentazione in possesso ai Commissari di Uil Fpl”. Alcuni di questi pagamentisono stati oggetto anche di sos (segnalazioni di operazioni sospette) di Bankitalia, che riguardavano successivi “investimenti in criptovalute”. Nelle sos sono citati anche gli ex segretari Uil Fpl, Giovanni Torluccio e Michelangelo Librandi (estranei all’inchiesta) in qualità di tenutari del conto.

Non solo. Scrivono i finanzieri che “dall’esame degli estratti del rapporto bancario (…) emergono ‘prelevamenti’ privi di una descrizione della causale per complessivi 805.200 euro, di cui 519.700 euro relativi all’anno 2013 e 285.500 euro relativi all’anno 2014”. Il tesoriere era Viti.

POI C’È LA VICENDA di Podere Vagnotti, raccontata a marzo 2023 dal Fatto. Ma qui i finanzieri hanno scoperto dell’altro. Intorno al 2010 un gruppo di dirigenti sindacali – circa una ventina – decidono di investire nella ristrutturazione di un casale nella campagna di Arezzo, da trasformare in villette a schiera con piscina e campi da golf. Un buen retiro niente male che i soci ribattezzano “Progetto Leopoldina”.

Questi fondano una cooperativa privata, la Opes Edificatrice Soc. Coop., che vede alla guida il futuro segretario di Uil Fpl Toscana Mario Renzi, cugino del papà dell’ex premier Matteo Renzi (entrambi sono completamente estranei ai fatti e all’indagine, visto che non ha rapporti con il parente politico e con la sua famiglia ristretta). Mario Renzi è estraneo all’inchiesta, anche se la Opes è stata più volte perquisita. Fatto sta che, come risulta alla Gdf, dal maggio 2012 all’aprile 2023, circa 335 mila euro (circa 120 mila in più di quanto stimasse l’esposto del sinda-cato) sono transitati – senza alcuna autorizzazione – dai conti della Uil Fpla quelli della Opes Edificatrice “peril tramite della Uil Fpl Toscana”, soldi che appunto hanno riguardato la Leopoldina.

Il progetto edilizio tra l’altro non è mai stato completato, perché negli anni problemi autorizzativi e ritardi nei lavori hanno fatto lievitare i costi e spinto alcuni soci a uscire dalla cooperativa, lasciando la ristrutturazione a metà.

Ora a rischiare il processo, come detto, è il solo Viti, che avrà la possibilità di essere interrogato prima che la Procura decida se chiedere il rinvio a giudizio oppure l’archiviazione.

LA DUE DILIGENCE VOLUTA DA BOMBARDIERI

L’INDAGINE della procura di Roma prende le mosse da una serie di denunce presentate nel 2023 dalla Uil Fol commissariata, arrivate al termine di una “due diligence” voluta

dall’allora neo segretario generale della Uil Pierpaolo Bombardieri. Il commissariamento era arrivato per altri motivi, poi l’indagine interna ha portato alla luce le anomalie nei conti che hanno indirizzato l’inchiesta della Finanza.

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