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Spionaggio, i giudici: “Il comandante Biot ha ceduto 181 immagini ai russi”

Leggi l’articolo originale su The Medi Telegraph

Il 56enne capitano di fregata è stato arrestato in flagranza il 30 marzo 2021 mentre in cambio di 5mila euro cedeva a Dmitri Ostroukhov una sim con il materiale fotografato

Si allarga la portata e il ‘peso’ dell’azione di spionaggio condotta da agenti della Federazione Russa in Italia nella primavera scorsa, complice un ufficiale italiano infedele.

Da due sentenze della Cassazione, in questa vicenda che ha ovvi connotati top secret tanto che un processo si svolgerà di certo a porte chiuse, emerge che sono stati ceduti ai russi non solo documenti segreti della Nato, nove dei quali addirittura classificati come ‘riservatissimi’, ma anche immagini. Non meglio specificate se di basi militari o di che cos’altro, per ora non si sa.

Sono ben 181, rivelano gli ‘ermellini’, gli screenshot – quelli dei documenti dovrebbero essere almeno 106 – passati ai russi dall’ufficiale della marina militare Walter Biot.

Per lui, ha stabilito la Cassazione, ci saranno due processi, uno davanti al giudice ordinario e l’altro davanti alla giustizia militare con le stellette.

Il 56enne capitano di fregata è stato arrestato in flagranza il 30 marzo 2021 nel posteggio di un supermercato della periferia romana mentre in cambio di 5mila euro cedeva a Dmitri Ostroukhov, assistente dell’attache’ navale dell’ambasciata russa a Roma Alexey Nemudrov, poi espulsi, una sim Sd con il materiale che con un cellulare aveva fotografato da un pc nel suo ufficio presso lo Stato Maggiore della Difesa.

Qui Biot lavorava con le credenziali di massimo ‘nulla osta’ all’accesso ai documenti militari. L’ufficiale, scrive la Cassazione, “si occupava della proiezione di tutti gli assetti italiani della difesa in teatri operativi esteri e della polizia internazionale delle forze armate italiane sotto l’egida Nato, Ue e Onu”.

Finora si sapeva che ai russi erano stati procacciati da Biot dei documenti Nato di varia classificazione il cui numero era stato ridotto, a dire del suo legale, l’avvocato Roberto De Vita, a una decina di carte.

Ora ci ha pensato la Cassazione a confermare l’elevato numero di documenti passati nelle mani del sedicente ‘diplomatico’ della Federazione russa.

Un anno fa, il paese guidato da Putin, era uno stato amico e un buon partner commerciale e questa vicenda segnò comunque un momento di alta tensione tra Italia e Russia, oggi dopo l’invasione dell’Ucraina il caso Biot, che sembrava una eredità della Guerra Fredda, acquista un’altra luce. “Sul contenuto delle notizie rivelate da Biot si apprende, dunque, che alla luce degli accertamenti effettuati dal Ros, si trattava di 47 notizie ‘Nato secret’, 57 ‘Nato confidential’ e 9 con classifica ‘riservatissimo’ “, scrive la Cassazione nei verdetti 13649 e 13650.

Il primo conferma la custodia cautelare in carcere per Biot, come stabilito dal Tribunale della liberà- di Roma il 15 aprile 2021, e il secondo fa lo stesso con riferimento a quanto stabilito dal Tribunale militare di Roma sezione riesame lo scorso 7 maggio.

Da circa un anno, Biot – che viveva a Pomezia (Roma) con moglie, figli e qualche problema economico – è recluso nel carcere miliare campano di Santa Maria Capua Vetere. Per quanto riguarda il doppio processo, gli ‘ermellini’ sottolineano che il codice penale ordinario punisce il “procacciamento di notizie”, che devono” restare segrete”, a scopo “di spionaggio non solo militare ma anche politico” , mentre la norma militare punisce chi si procura notizie che devono restare segrete per darle a uno Stato estero sulla forza, la preparazione o la difesa militare dello Stato.

Dunque i due ambiti non sono esattamente “sovrapponibili” e “la norma del codice penale ordinario prevede un perimetro di maggiore ampiezza – spiega la Cassazione – rispetto a quello contemplato dalla norma militare”.

Prima dell’arresto ordinato dalla Procura di Roma, si legge nei verdetti, su Biot si erano concentrati i sospetti del colonnello Marco Zearo, capo dell’Ufficio Minaccia asimmetrica, che “nutrendo più di un dubbio sul comportamento di Biot lo rappresentava al Ros, riferendo di aver fatto installare, già il 16 marzo 2021, alcune telecamere nell’ufficio del capitano di fregata”. “Il 25 marzo 2021 era emerso che, con uno smartphone Biot aveva estratto delle foto dal video del computer e aveva fotografato documenti cartacei; indi aveva estratto dallo smartphone la scheda Sim e l’aveva inserita in una scatola di medicinali, insieme al telefono. Ciò emergeva dalle riprese eseguite all’interno dell’ufficio”. Ora rischia da 15 anni all’ergastolo.

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