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(Adnkronos)
“Confidiamo in un processo pubblico dove venga garantito il diritto di difesa e in particolare il diritto a conoscere gli elementi di accusa, un giusto processo basato su prove e non invece su atti non disponibili per il giudice, per l’imputato e la difesa, perché fino ad oggi a Biot e ai difensori è stato negato l’accesso alle presunte prove utilizzate per accuse da ergastolo”. A dirlo all’Adnkronos l’avvocato Roberto De Vita difensore di Walter Biot, arrestato lo scorso 30 marzo per spionaggio. La procura di Roma e quella militare hanno chiesto il rinvio a giudizio per l’ufficiale della Marina. “Vogliamo un processo pubblico – ribadisce il penalista – e non un processo segreto”.
“Confidiamo in un processo pubblico dove venga garantito il diritto di difesa e in particolare il diritto a conoscere gli elementi di accusa, un giusto processo basato su prove e non invece su atti non disponibili per il giudice, per l’imputato e la difesa, perché fino ad oggi a Biot e ai difensori è stato negato l’accesso alle presunte prove utilizzate per accuse da ergastolo”. Dice all’Adnkronos l’avvocato Roberto De Vita, difensore di Walter Biot.
L’indagine ha ugualmente fatto il suo corso. E adesso è arrivata la richiesta di rinvio a giudizio
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