Leggi l’articolo originale su La Verità
di Claudio Antonelli e Salvatore Drago
L’ex leader degli islamici milanesi si è detto pro Hamas. De Vita (Osservatorio sicurezza): «Pensiero apologetico, ma non è reato». Rappresentanti della comunità ebraica sollecitano norme sul proselitismo
Romano e Pacifici:«Incitare all’odio contro Israele incendia l’Europa»
La norma può equiparare il materiale sull’indottrinamento alla pedopornografia
Un’amica ieri ci ha scritto: «Da quando è stato compiuto il massacro in Israele non sto bene. Non dormo la notte, non riesco a guardare i bambini, le donne incinte, le famiglie, le mie figlie, senza pensare alle normalità delle vite spezzate con sadismo da Hamas». Una lunga missiva che fa perno sui significati della data scelta dai terroristi. «Questa è una battaglia dell’Occidente che Israele sta combattendo per tutti noie al posto nostro. Il 7 ottobre era l’anniversario di Lepanto. Non è casuale neanche questo. Sono due anni che preparavano l’attacco e l’Occidente davvero può pensare che in questi due anni non abbiano lavorato anche nei nostri Paesi? Per far trovare le piazze piene? Per trovare i giusti incitatori di folle?». Sono parole che stridono con le dichiarazioni rilasciate a questo giornale da alcuni rappresentanti della comunità islamica. Uno in particolare.
Non è un imam, ma è potente e si chiama Davide Piccardo, a lungo coordinatore delle associazioni islamiche milanesi, mentre il padre è stato elemento di spicco dell’Ucoii. «Hamas è un movimento che porta avanti una resistenza ad una potenza occupante, ciò che è successo il 7 ottobre per quanto doloroso è un’azione che trova riscontro nel diritto internazionale», ha esternato, «Il che riconosce ai popoli il diritto di resistere in armi».
Al mondo dell’Ucoii va riconosciuta una certa coerenza. Negli anni ha sostenuto la poligamia e l’allineamento con il pensiero della Fratellanza Musulmana. Che in Milano ha visto tra il 2014 il 2022 un elemento di snodo. Un esempio su tutti, i mega finanziamenti giunti da Doha via Qatar Charity e diretti in modo trasparente all’Ucoii e l’altrettanto grande progetto di moschea con il plauso del Comune e dell’ex assessore Pierfrancesco Majorino. Il tema qui però è un po’ più complesso.
Nell’articolo, pubblicato ieri da La Verità un pugno di rappresentanti delle comunità islamiche ha detto la sua su Hamas. Sostenere i terroristi, come ha fatto Piccardo è un reato?
Abbiamo chiesto un parere a Lorenzo Vidino, scrittore italo-americano a capo del programma sull’estremismo del Centro per la sicurezza informatica della George Washington University: «Piccardo si spinge in una serie di affermazioni che richiedono un’analisi giuridica che io non mi sento di fare. Io mi occupo di terrorismo da un punto di vista fattuale, e posso dire che in questo senso ci sono delle cose da obiettare sull’analisi fatta da Piccardo che io definisco “amatoriale”, partendo per esempio dal fatto che Hamas è un’organizzazione terroristica designata come tale dall’Unione europea, e omettere questo è già un dettaglio non secondario». Interessante il parere giuridico che arriva da Roberto De Vita, avvocato penalista cassazionista e vice presidente dell’Osservatorio sicurezza – Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo – Eurispes: «Piccardo fa prima un’opera di giustificazionismo e poi una di negazionismo e spiegando perché Hamas sia un movimento che opera legittimamente per il diritto internazionale. Tutto questo è una manifestazione di pensiero apologetico nei confronti di Hamas, ma a mio parere non ci sono gli elementi richiesti dalla giurisprudenza per ritenere che le sue parole siano traducibili in un reato».
Un punto fermo che però innesca altre riflessioni.
«Qui non sitratta di un tema legale. Chi fa riferimento alla Fratellanza Musulmana», spiega in risposta alla stessa domanda Davide Romano, direttore del museo della Brigata ebraica, «mira a sviluppare uno Stato teocratico. Dobbiamo piuttosto soffermarci sul fatto che ogni volta che si scalda la situazione in Medio Oriente a rischiare sono cittadini europei. Quindi incitare all’odio contro Israele e al sostegno di Hamas si ripercuote direttamente sulla vita di cittadini europei». Una posizione non troppo distante arriva anche da Riccardo Pacifici, già presidente della comunità ebraica di Roma e attuale presidente dell’European Jewish
Association. «Ho trovato paradossalmente coerenti le parole di Piccardo», commenta Pacifici, «coerenti rispetto la missione e il ruolo che da anni portano avanti. Personalmente sono preoccupato per quanto sta succedendo in Europa al di là della posizione di alcuni rappresentanti dell’islam. Vedo crescere l’antisemitismo tra i giovani non musulmani». Un riferimento su cui vale la pena soffermarsi è dunque la sommatoria dei due elementi. Piazze piene e attività di collegamento a realtà di estremismo islamico. I governi europei dovrebbero riflettere su come prevenire situazioni di contiguità e sulle scintille pronte a scattare. «Sostenere idee vicine a jihad e sharia», prosegue Romano, «non è una semplice opinione. È qualcosa di drammatico e pericoloso».
Sarebbe interessante, dunque, poter rispolverare dal cassetto il progetto di legge contro la radicalizzazione. Nella scorsa legislatura, era stata presentato alla Camera un testo, firmato da Matteo Perego Di Cremnago, e da Emanuele Fiano, dal titolo «Misure per la prevenzione dell’estremismo terroristico e della radicalizzazione jihadista», che prevedeva di colpire «chiunque consapevolmente si procura o detiene materiale» di propaganda terroristica, punendolo con una pena fino a tre anni di reclusione. Equiparando il possesso di documenti che inneggiano alla jihad a quello del materiale pedopornografico. Ripescare il testo potrebbe fornire strumenti più efficaci agli inquirenti e, inserendo obblighi di espulsione, ridurre l’incognita della magistratura. Se il testo finisse a fondersi con il decreto Cutro potremmo fare un ulteriore passo in avanti. Se poi diventasse reato anche avere rapporti con associazioni che celebrano lajihad, allora l’Italia e l’Europa sarebbero più al sicuro. Vale la pena riflettere a fondo sulle parole di Piccardo in modo che tutti noi possiamo trarne le conseguenze. Soprattutto perché vige enorme confusione tra chi dovrebbe garantire la sicurezza internazionale. Ieri, il capo delle Nazioni Unite, Antonio Guterrez, ha di fatto giustificato le azioni di Hamas, come se avesse letto il copione di Piccardo. Solo che all’Onu non basta una legge contro la radicalizzazione.
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