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di Silvia Madiotto
L’inchiesta sul mancato aggiornamento del piano pandemico: il caso fu sollevato dal ricercatore veneziano Zambon che denunciò pressioni
Le accuse di Francesco Zambon
Il grande accusatore era Francesco Zambon, ex ricercatore dell’ufficio Oms di Venezia: aveva affermato di aver ricevuto pressioni da parte dell’allora direttore aggiunto Guerra per non pubblicare un dossier molto critico sulla gestione dell’emergenza da parte del governo, per postdatarlo al 2016 facendolo apparire più recente e aggiornato, e aveva raccontato la vicenda nel suo libro «Il pesce piccolo – una storia di virus e altri segreti». Guerra, secondo Zambon, avrebbe voluto nascondere quel piano di cui era responsabile quando dirigeva il dipartimento di Prevenzione nel Ministero della Salute, tra il 2014 e il 2017. «Mi aveva chiesto di modificare il testo del report, c’era in gioco la reputazione dell’Oms» aveva dichiarato il ricercatore veneziano. Dopo l’attività istruttoria svolta dalla pm Claudia Terracina della procura di Roma, l’archiviazione «si fonda sull’assenza di responsabilità penale in relazione alla mancata revisione del piano pandemico, il cui obbligo di aggiornamento era legato al cambiamento della situazione epidemiologica». Un piano che, secondo quanto emerge dalle indagini, «era già in fase di aggiornamento».
La vicenda
La vicenda parte il 13 maggio 2020: quel giorno comparve on line un documento curato da un gruppo di ricercatori della sede veneziana dell’Oms, guidato da Zambon. La risposta dell’Italia alla diffusione del virus, c’era scritto, era stata «improvvisata, caotica e creativa», come conseguenza di un piano pandemico nazionale non aggiornato dal 2006. Il report fu rimosso quasi subito e mai più ripubblicato a causa: secondo Zambon, proprio per le pressioni esercitate.
Le altre archiviazioni
Le altre archiviazioni sono di cinque dirigenti del ministero della Salute (Claudio D’Amario, Francesco Maraglino, Loredana Vellucci, Mauro Dionisio e Maria Grazia Pompa), l’allora direttore generale della Prevenzione del Ministero della salute Giuseppe Ruocco e l’ex capo della protezione civile Angelo Borrelli. Archiviate mesi fa anche le posizioni degli ex ministri Roberto Speranza, Giulia Grillo e Beatrice Lorenzin. «Il professor Guerra in questi anni non è rimasto inerte – evidenzia l’avvocato De Vita – e sin dal primo momento, pur potendosi avvalere delle immunità concesse ai funzionari dell’Oms, ha fornito ampia documentazione per dimostrare la propria estraneità alle accuse e la correttezza del proprio operato». Chiuso con l’archiviazione anche il procedimento (a Venezia) per violenza privata nei confronti di Zambon.
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