Studio Legale De Vita - Paura analogica e salvezza digitale

Paura analogica e salvezza digitale

Il nemico invisibile fa parte delle paure ancestrali, capace di scatenare le reazioni meno prevedibili e più irrazionali, con un conseguente portato di instabilità sociale, economica, politica, non arginabile nelle quarantene.
La trasformazione digitale, che nei paesi indolenti e dominati da una classe dirigente pubblica analogica, ha tardato ad essere prima compresa e poi implementata, con ritardi non facilmente recuperabili nel brevissimo tempo, fa parte adesso delle speranze per la salvezza dell’uomo.
Telelavoro, formazione online, studenti da remoto, e-commerce, diagnosi telefoniche e ricette elettroniche, processi telematici, in breve la smaterializzazione dei rapporti umani come antidoto alla malattia, un farmaco antisociale che nega il concetto stesso di genere umano.
E così dopo aver sostenuto, rivendicato ignorantemente, “analog do it better”, alibi ai gravi ritardi culturali e strutturali, adesso come il cambio di cavallo nelle peggiori scommesse, in modo altrettanto miope, si pensa di potersi salvare continuando la vita di prima semplicemente online.
Psicologi e sociologi da tempo studiano le conseguenze della solitudine digitale, cercando di comprendere quando alla trasformazione digitale seguirà una descrivibile modificazione antropologica (dall’homo sapiens sapiens all’homo digitalis) che possa ridefinire in chiave non patologica l’assenza di relazioni fisiche.
Ma si tratta di processi che seppur immaginabili nell’immediato, necessitano di tempi assai lunghi per raggiungere maturazione. Nel tempo breve siamo portatori di bisogni emotivi (così come di paure) analogici (e stante l’età dell’incertezza fortemente analogici) che non trovano e non potranno trovare soluzione nella remotizzazione del contatto umano. Il cui valore è principalmente rappresentato dallo scambio di calore e dallo scambio di battiti. Scambio difficile da realizzare a distanza.
Spesso parlando di intelligenza artificiale si dice che tutto potrà fare, tranne provare emozioni, e l’emozione più grande è quella che nasce da un abbraccio. Probabilmente al mondo asserragliato dalla paura, un abbraccio digitale non basta.

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Prof. Avv. Roberto De Vita

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