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Omicidio Cerciello, al via l’Appello: i legali dei due americani sono convinti di evitare l’ergastolo

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di Patrizia Ricci

È iniziato questa mattina nell’aula della Corte di Assise il processo di Appello nei confronti di Finnegan Lee Elder e Gabriel Natale Hjorth, i due americani condannati all’ergastolo in primo grado per l’omicidio del vicebrigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega, ucciso con undici coltellate il 26 luglio del 2019.

Cerciello Rega: i due americani condannati in ergastolo in primo grado

L’udienza si svolge a porte chiuse a causa delle norme anti Covid. Elder e Hjorth sono nella sala di sicurezza separata da un vetro, con accanto gli interpreti. Presenti in aula i familiari di Cerciello, tra cui la vedova, Rosa Maria Esilio e il fratello Paolo.

“Finalmente siamo arrivati al momento dell’appello. Siamo convinti che una corretta lettura delle prove raccolte in primo grado porterà inevitabilmente a un esito diverso. La verità dei fatti di quella sera è già nelle carte raccolte nel lungo processo di primo grado, è sufficiente volerla vedere”. Lo affermano gli avvocati Renato Borzone e Roberto Capra, difensori di Finnegan Lee Elde. Il vicebrigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega è stato ucciso con undici coltellate il 26 luglio del 2019.

L’altro processo per la foto dell’americano bendato

Christian Gabriel Natale Hjorth, l’americano condannato in primo grado all’ergastolo insieme a Finnegan Lee Elder per l’omicidio del vicebrigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega, verrà sentito come testimone nel processo che vede imputato , davanti al giudice monocratico, Fabio Manganaro, il carabiniere accusato di aver bendato nella caserma di via in Selci il giovane americano dopo il fermo.

Per Manganaro, difeso dagli avvocati Roberto De Vita e Valentina Guerrisi, l’accusa è di misura di rigore non consentita dalla legge. Nell’udienza che si è tenuta questo pomeriggio il giudice Alfonso Sabella ha ammesso tutte le prove documentali chieste dalle parti e una serie di testi tra i quali Hjorth, parte civile nel procedimento. Tra le prove documentali ammesse ci sono anche la foto che ritrae Hjorth bendato in caserma e le chat presenti nel procedimento che vede indagato un altro militare Silvio Pellegrini accusato di aver scattato la foto del giovane californiano e averla poi diffusa in un gruppo whatsapp

“Quell’immagine ha fatto il giro del mondo destando scalpore”, ha ricordato l’avvocato Francesco Petrelli, legale di Hjorth, nel suo intervento in aula per l’ammissione delle prove. “Noi abbiamo interesse che sia abbia la più ampia disponibilità di prove, documentali e testimoniali”, ha detto il difensore di Manganaro Roberto De Vita.

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