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L’imputato bendato dopo l’omicidio del vicebrigadiere Cerciello: sarà sentito come teste anche Hjort

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L’americano fu ritratto in caserma dopo il fermo per l’omicidio. Nell’appello alla sbarra Fabio Manganaro, il carabiniere accusato di averlo bendato

Sarà ascoltato come testimone Christian Gabriel Natale Hjorth – l’americano condannato in primo grado all’ergastolo, assieme al connazionale Finnegan Lee Elder per l’omicidio del vicebrigadiere dei carabinieri, Mario Cerciello Rega – nel processo che vede imputato – davanti al giudice monocratico – Fabio Manganaro, carabiniere accusato di avere bendato Hjorth dopo il fermo nella caserma del Nucleo Investigativo a Roma, in via in Selci.

Per Manganaro – difeso dagli avvocati Roberto De Vita e Valentina Guerrisi – l’accusa è “di misura di rigore non consentita dalla legge”.

Nell’udienza che si è tenuta oggi il giudice, Alfonso Sabella, ha ammesso tutte le prove documentali chieste dalle parti e una serie di testi, tra i quali appunto Hjorth – parte civile nel procedimento. Tra le prove documentali ammesse ci sono anche la foto che ritrae Hjorth bendato in caserma e le chat presenti nel procedimento.

Procedimento che vede indagato un altro militare, Silvio Pellegrini, accusato di aver scattato la foto del giovane californiano e averla poi diffusa in un gruppo whatsapp: ”quell’immagine ha fatto il giro del mondo destando scalpore’ – così l’avvocato Francesco Petrelli, legale di Hjorth nel suo intervento in aula per l’ammissione delle prove. “Noi abbiamo interesse che si abbia la più ampia disponibilità di prove, documentali e testimoniali”, ha detto invece il difensore di Manganaro, il legale Roberto De Vita.

Sarà ascoltato come testimone Christian Gabriel Natale Hjorth – l’americano condannato in primo grado all’ergastolo, assieme al connazionale Finnegan Lee Elder per l’omicidio del vicebrigadiere dei carabinieri, Mario Cerciello Rega – nel processo che vede imputato – davanti al giudice monocratico – Fabio Manganaro, carabiniere accusato di avere bendato Hjorth dopo il fermo nella caserma del Nucleo Investigativo a Roma, in via in Selci.

Per Manganaro – difeso dagli avvocati Roberto De Vita e Valentina Guerrisi – l’accusa è “di misura di rigore non consentita dalla legge”.

Nell’udienza che si è tenuta oggi il giudice, Alfonso Sabella, ha ammesso tutte le prove documentali chieste dalle parti e una serie di testi, tra i quali appunto Hjorth – parte civile nel procedimento. Tra le prove documentali ammesse ci sono anche la foto che ritrae Hjorth bendato in caserma e le chat presenti nel procedimento.

Procedimento che vede indagato un altro militare, Silvio Pellegrini, accusato di aver scattato la foto del giovane californiano e averla poi diffusa in un gruppo whatsapp: ”quell’immagine ha fatto il giro del mondo destando scalpore’ – così l’avvocato Francesco Petrelli, legale di Hjorth nel suo intervento in aula per l’ammissione delle prove. “Noi abbiamo interesse che si abbia la più ampia disponibilità di prove, documentali e testimoniali”, ha detto invece il difensore di Manganaro, il legale Roberto De Vita.

Le tappe della vicenda

Prima la condanna – quasi un anno fa – in primo grado all’ergastolo dei due ragazzi americani, poi l’indagine per le false testimonianze commesse durante il processo sulla morte del brigadiere. E adesso il processo ai carabinieri coinvolti nei fatti accaduti dopo la morte del militare dell’Arma, ucciso in servizio il 26 luglio del 2019 con 11 coltellate.

L’arresto di Gabriel Natale Hjorth e Finnegan Lee Elder è stato infatti segnato non solo dalla violenza dell’omicidio commesso, ma anche dalla diffusione di alcune immagini che ritraggono Hjorth – mentre era nelle mani degli investigatori – con una benda al volto.

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