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Una consulenza sui telefoni di Liliana Resinovich porta alla luce un interrogativo: c’era qualcuno in casa della donna mentre lei era fuori?
Al netto dei dettagli sulla sua presunta vita sentimentale – che nulla hanno a che fare con l’indagine – si continua a cercare la verità sulla morte di Liliana Resinovich, scomparsa il 14 dicembre 2021 e trovata cadavere nel boschetto dell’ex ospedale psichiatrico di Trieste tre settimane più tardi.
La procura di Trieste si è sempre concentrata sui dati, rifuggendo il gossip e restando riservata, e ora dai consulenti della famiglia d’origine di Lilly giunge un’ipotesi interessante a partire dall’attività dei telefoni della donna, ritrovati in casa.
Dei due telefoni in uso a Liliana è stata realizzata copia forense: sulla base di questa e dei tabulati ha lavorato, incrociando i dati, il consulente Francesco Zorzi. La prima cosa che l’esperto ha notato è che l’ormai celebre telefonata effettuata dal sedicente amante Claudio Sterpin alle 8.22 del 14 dicembre non solo sia stata cancellata, ma è stato eliminato il contatto stesso di Sterpin.
C’è poi una chiamata in entrata alle 10.56, sempre effettuata da Sterpin, che sarebbe stata respinta e, secondo Zorzi, “è possibile ci sia stata interazione umana”. L’esperto ipotizza in un’intervista a “Chi l’ha visto?” tra l’altro che il device fosse già sbloccato. Ci si chiede se qualcuno fosse in casa di Lilly mentre lei non c’era, posto che le chiavi principali (attaccate a un portachiavi con l’iniziale L) non sono mai state ritrovate, e che il vedovo Sebastiano Visintinha affermato che, rientrando in casa a mezzogiorno, avrebbe ritrovato accese le luci. Nella borsa di Liliana, quella con cui è stata ritrovata, c’erano solo le chiavi di riserva.
Stando alle sue dichiarazioni, Sebastiano sarebbe uscito prima della moglie, il cui passaggio viene segnalato dalle telecamere di videosorveglianza alle 8.41. Sebastiano sarebbe andato nel suo laboratorio di via Donadoni ma in una sit della cugina di Lilly, Silvia Radin, risulta che l’uomo le avrebbe raccontato di essere rientrato in casa alle 10,30.
“Dobbiamo uscire dalle sabbie mobili della medicina legale, che non riesce a dire quando è morta Lilly, come è morta e dobbiamo valutare in quest’indagine anche altri dati” ha spiegato Nicodemo Gentile, legale del fratello di Liliana Sergio Resinovich.
L’avvocato ha sottolineato come questa sia una prassi nelle indagini di matrice indiziaria e ha chiesto che siano vagliate le variazioni nei consumi dell’abitazione, per capire quando siano state accese le luci trovate in questo modo dal vedovo.